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Intervista alla poetessa Claudia Azzola




POESIA E’ METAFORA, RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA DELLA REALTA’, MA ANCHE DEI MOTI INTERIORI. COSA TI HA SPINTA A PRENDERE PER LA PRIMA VOLTA IN MANO LA PENNA?

L’atto di prendere in mano la penna è venuto nella naturalezza dell’adolescenza. L’immaginario ha dettato subito stilemi e ingenui versi, ma era l’immaginario denso di un’infanzia e una giovinezza antichi, cui non venivano risparmiate esperienze non mediate, anche grezze. Per anni non mi sono riconosciuta in una scuola, finché è sbocciata la linea lombarda, delle cose, della preziosità del quotidiano, e così sono stata antologizzata per la prima volta. Ma mi sentivo in una scatola, e gradualmente ho trovato una poetica e un’ispirazione mie, più esistenziali, e filosofiche.

NEI TUOI VERSI ESPRIMI GLI ARGOMENTI DELL’ESISTENZA, QUALI SONO I TEMI PER CUI TI SENTI PIU’ ISPIRATA? 

Dici giustamente che nei miei versi vi sono temi dell’esistenza, dell’esperienza, ma non tanto fine a se stessa, quanto in stretto legame con le generazioni e con la Storia, che nella mia pratica poetica giustifica il presente. L’esistenza per me non è l’eterno presente, la poesia non è una preziosità che corona la vita, ma è scrivere sempre, è “il poema incessante”, che raccoglie tutto, ma molto nel simbolico, che oggi è stato cancellato. La poesia recupera il simbolico e la metafora.



L’ESPERIENZA DI “TRADUZIONETRADIZIONE”, IL QUADERNO INTERNAZIONALE DI TRADUZIONE POETICA, DA QUALE SENTIRE E’ VENUTO AL MONDO?

Questo annuario è nato si può dire dall’inconscio, come molti atti intuitivi, come se non bastasse l’esperienza dello scrivere, ma essa dovesse essere ampliata pubblicando altri poeti, viventi e classici, nelle lingue europee, e magari alcuni traducendoli io stessa, dall’inglese, lingua esperienziale per me, in cui mi esprimo. Scoprire autori, anche viaggiando in Europa, o su segnalazione di altri letterati, forma una comunità che non smetto di seguire. Oggi, dopo dodici anni di pubblicazione, posso dire che l’annuario contribuisce allo scambio culturale e alla civiltà letteraria.



SECONDO TE QUANTO L’INTERPRETAZIONE TRADISCE LA POESIA? O SONO POSSIBILI MILLE INTERPRETAZIONI?

Il discorso poetico non è mera comunicazione, è più che parole. La traduzione, ad esempio, opera il trasferimento di imagery da un campo semantico a un altro. Dico questo per esemplificare la mobilità di scrittura e di interpretazione, che oltretutto entrano nel simbolico, ovviamente, tanto più la poesia è simbolista, o romantica, o scrittura che si fa immagine, o con apparenti contraddizioni, fuori dalla ristrettezza degli schemi, franta. Una volta lanciata la poesia nel mondo, ognuno se ne appropria.

Maria Giovanna Farina (ottobre 2016 - Tutti i diritti riservati©)






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