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Incontro con Francesco Alberoni: L'amore erotico. Di chi, quando e perché ci innamoriamo?

II parte



Cosa differenzia l'amore dall'amicizia? E quando l'amore dura?

L'amicizia è una filigrana di incontri, l'innamoramento è compatto ma le esperienze sono discontinue: l'amore continuo non esiste. C'è uno strato sottostante che è il continuo, io continuo ad amarti anche quando penso: “Quella carogna schifosa...”. E poi c'è un secondo livello: “Ti voglio, non ti voglio, voglio vivere con te, non voglio vivere con te”. Sono entrambi due livelli dell'ordine della libertà. La prima è una verità viscerale, l'amore non puoi comandarlo; l'altra è razionale e il primo livello puo' combattere con il secondo. Tutto questo aspetto complesso della relazione amorosa, questo metabolismo interno della relazione amorosa, non lo avevo mai indagato.

Ma nessun altro prima di lei...

Mi sembrava che a questo punto si potesse affermare la tesi secondo cui una passione che nasce come innamoramento non è condannata a finire. Questo libro, a differenza di Innamoramento e amore, nel suo insieme può essere alla base di un insegnamento, a partire dall'infanzia, sui processi amorosi. Se i ragazzi fossero informati precocemente della differenza tra innamoramento e amore, una volta arrivati a tredici-quattordici anni non verrebbero mandati allo sbaraglio: hanno loro insegnato ad andare in bicicletta e ad usare il computer...Per vivere un amore erotico che dura è necessario avere degli elementi base, si imparano tante cose che non servono subito nella vita, perché non imparare questo a partire dalle medie? Ho l'impressione netta che occorra un sapere per gestire i processi amorosi in questa società.

Pensando a ciò che affermava Freud, il maschio si innamora di qualcosa che nelle donne rappresenta la madre...secondo lei di chi ci innamoriamo in realtà?

Noi ci innamoriamo solo in certi periodi della vita, non c'è motivo che ci innamoriamo quando non dobbiamo cambiare.

Questo aspetto del cambiamento credo sia sperimentato da molti...

Ci sono tante forme di innamoramento, io posso decidere di avere un'avventura con qualcuno che mi piace ma non la posso spacciare per innamoramento. Andiamo a teatro, andiamo a letto, andiamo a fare un giretto, ma non chiamiamolo innamoramento.

Forse lo si fa per giustificarsi?

Ma sono bugie! Iniziamo a ri-dare i nomi giusti. Allora quando siamo pronti a cambiare? Quando cambiamo? Quando scoppia il movimento? Quando ci sentiamo imprigionati in una situazione oppressiva e non vediamo via d'uscita.

Infatti lei dice che il vero innamoramento nasce da una spinta vitale ostacolata.

Un tempo il matrimonio era un modo per uscire da una situazione famigliare oppressiva.

Quindi si sposavano per uscirne?

Sì. Poi c'è di chi ci innamoriamo? Di quella persona che per le sue qualità ci fa capire che insieme possiamo realizzare i nostri desideri più profondi, quelli che non conosciamo, quelli che non abbiamo il desiderio di confessare nemmeno a noi stessi, quelli con cui possiamo colmare tutti i vuoti della nostra anima e realizzare tutte le nostre potenzialità: allora proviamo un'attrazione irresistibile. Nella vita facciamo tante scelte, l'innamoramento ci apre nuove possibilità, magari illusorie, ma sono potenzialità che avevamo lasciato compresse e che avevamo nascosto a noi stessi.

Lei sostiene che l'innamoramento e l'amore costituiscono l'uscita dal mondo del dominio e della violenza.

Questo è ciò che dice Sartre. Nella Critica della ragion dialettica, ma già ne L'essere e il nulla, dice che l'amore è il momento in cui in noi si realizza il paradigma hegheliano del Servo-Padrone, le due autocoscienze si confrontano per affermarsi e ne nasce una lotta a morte in cui si mette in gioco se stessi per cui uno diventa il dominatore e l'altro il servo. In questa lotta c'è chi prevale ma nell'amore non accade questo.

E non può esserci!

È certo! Per Sarte invece non c'è l'amore perché l'innamorato nega la libertà dell'altro. In realtà perché l'innamoramento possa continuare è fondamentale il rispetto dell'altro. Se abbiamo gusti diversi, a me piace il mare all'altro la montagna è bene dirlo, non c'è nulla di male: questo è il diritto ad affermare la nostra diversità. Nella Critica della ragione dialettica, la fraternità si impone col terrore: tu sei mio marito e mi devi amare; lo stesso vale per l'uomo sei mia moglie e mi devi amare. Sei una schiava, hai preso un impegno ad amarmi! Questo è l'atto demenziale che sta dietro alle istituzioni in cui viviamo. (Tutti i diritti riservatiŠ)

Maria Giovanna Farina presidente dell'associazione culturale L'accento di Socrate

(continua nel prossimo numero)



Francesco Alberoni è socio onorario dell'associazione culturale L'accento di Socrate http://laccentodisocrate.blogspot.it/

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